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Se ora io riudissi di nuovo
La tua voce, il tuo dirci
La vita
O te stesso,
Penserei a te
Nel chiuso della casa
O in viaggio verso la gravità
Ma non penserei di te
Che un giorno la morte
Iniziò sul tuo corpo il suo scempio,
Ma questo accadrebbe soltanto
Se di nuovo ora io riiudissi
Il suono della tua voce,
Ché il suono della parola
Non concede alcuna distanza
E lascia disparire in sé
L'inganno dell'illusione,
Quella diastole senza ritorno
Che separa per sempre
I vivi dai morti. Non così
Invece mi accade se rivedo
Una tua foto, pure nel tempo
Ritrovato d'un vissuto:
L'immagine rimane
Al di là di dove siamo
Adesso io ed il tempo.

 Alessandra Ponticelli Conti - 28/09/2019 18:44:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Bellissima come il suono di una voce che giunge da lontano.
Un caro abbraccio
Alessandra

 Laura Turra - 15/09/2019 06:09:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Sì, la voce, è un segno potente, rievocativo, l’accento che distingue, che ti fa voltare quando la senti. La voce è una restituzione di presenza. La parte più misteriosa del corpo, in grado di far vibrare in noi qualcosa che ci dice che veramente non siamo soli.
Persino capace, come dice qui Gil con dei versi magnifici, di cancellare “Quella diastole senza ritorno / Che separa per sempre / I vivi dai morti”.
A te, Gil, sempre un abbraccio caro.

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